Conservare i propri dati digitali e potervi accedere in qualsiasi momento da qualsiasi parte del mondo, senza il bisogno di un hard disk esterno, ĆØ grandioso. Scegliere se abbonarsi ad un servizio di cloud storage oppure acquistare un NAS giĆ assemblato e configurato dipende dalle proprie esigenze, ma noi non parleremo di questo.
Oggi si parla di NAS, strumenti utilissimi dei quali nellāera digitale non si puĆ² piĆ¹ fare a meno.
Non proveremo a fare nessun confronto tra dei prodotti commerciali: questo ĆØ un sito per gente che ha voglia di mettersi in gioco e di complicarsi la vita, pur di poter ammirare le proprie creazioni con orgoglio. Anche se non sono sempre esteticamente aggraziate.
Quindi vediamo subito come assemblare un NAS partendo da una scheda Raspberry Pi, come scegliere i giusti supporti di memoria e come configurare l’intero sistema.
Per la realizzazione di un NAS, servono davvero pochi elementi: un computer, degli hard disk (e/o SSD) ed il software giusto.
Hardware
Scegliere il PC
Che si tratti di un vecchio PC fisso o un mini PC embedded, quasi sicuramente sarĆ possibile farlo diventare un NAS.
Un NAS server ĆØ un sistema al quale dovrebbe essere possibile collegarvisi in qualsiasi momento senza riscontrare alcun problema. Quindi anche se ĆØ vero quanto detto prima, bisogna trovare un compromesso tra la potenza di calcolo necessaria, un corretto (e fluido) funzionamento ed un basso consumo energetico.
Vi sono anche degli altri parametri che dovrebbero essere presi in considerazione, come ad esempio la velocitĆ e la stabilitĆ della connessione di rete, che principalmente dipende dalla scheda di rete del PC e dal proprio abbonamento internet.
Ma anche la velocitĆ di lettura e scrittura dei supporti di memoria che si scelgono ĆØ importante, specialmente nel caso in cui si ha intenzione di memorizzare dei file di grandi dimensioni.
Prima scelta: Raspberry Pi 4
Una buona scelta low cost ma anche high yield, ĆØ quella di assemblare un NAS partendo da una scheda Raspberry Pi 4: in pochi e semplici passi ĆØ possibile rendere operativo il proprio dispositivo di archiviazione intelligente.
Il Raspberry Pi ĆØ un mini PC sviluppato nel Regno Unito dalla Raspberry Pi Foundation, pensato per invogliare ed accompagnare gli insegnamenti relativi allāinformatica e alla programmazione.
Dal 2012 ad oggi ne sono stati prodotti diversi modelli, migliorati e potenziati esponenzialmente.
Se non ne hai mai sentito parlare, oppure se ti serve aiuto per eseguire la prima configurazione, puoi trovare maggiori informazioni in questo articolo. <articolo mancante all’interno del sito.. che fare?>
Alternative piĆ¹ performanti e versatili
Come primo approccio o nel caso in cui non si hanno molte pretese, la prima scelta ĆØ un ottimo compromesso tra costo e beneficio, ma nel caso in cui si voglia essere sicuri di ottenere un NAS performante e piĆ¹ sicuro in termini di funzionamento, utilizzare un Raspberry Pi 4 non ĆØ una scelta ottimale.
Infatti per questo tipo di applicazione, limitarsi ad utilizzare le porte USB integrate per collegare degli HDD e/o SSD tramite degli appositi convertitori SATA/USB, non ĆØ il massimo. Infatti potrebbero verificarsi dei malfunzionamenti improvvisi che non permetterebbero di accedere piĆ¹ ai propri file. Inoltre non sarĆ possibile sfruttare la configurazione in RAID dei dischi per proteggere i propri dati. In linea di massima si potrebbe fare, ma ĆØ una configurazione instabile e sconsigliata quando si utilizzano dei convertitori SATA/USB.
Quindi nel caso in cui lāasticella delle esigenze e quella del budget siano piĆ¹ alte, lāideale ĆØ utilizzare un Raspberry Pi 4 compute module oppure un altro mini PC embedded, come il Rock Pi 4.
Questo perchĆ© entrambi hanno unāinterfaccia PCIe accessibile, a differenza del Raspberry Pi 4. CosƬ basta installare direttamente un controller SATA per collegare e gestire in modo ottimale i propri supporti di memoria.
Un ottimo punto di riferimento se si sta cercando come in questo caso, un controller SATA compatibile con il Raspberry Pi, ĆØ stato creato da Jeff Geerling: giorno dopo giorno testa delle nuove schede PCIe con il Raspberry Pi compute module 4 ed aggiorna un elenco, fornendo delle indicazioni sul loro funzionamento ed utilizzo.
Scegliere le unitĆ di memoria: HDD o SSD
Ormai non si fa altro che parlare di SSD, di quanto siano āvelociā e di quanto consumino poco. Tutto verissimo, ma in fin dei conti se non si hanno delle esigenze particolari, per un NAS ĆØ meglio utilizzare degli HDD, magari configurati in RAID. Costano meno degli SSD e funzionano bene.
Naturalmente bisogna scegliere la capienza dei dischi da acquistare in base alle proprie necessitĆ .
Per quanto sia vero che in futuro ĆØ sempre possibile espandere la memoria del proprio NAS aggiungendo dei nuovi dischi, nel caso in cui si preveda una configurazione RAID bisogna sin da subito scegliere dei supporti di memoria abbastanza capienti per durare diverso tempo prima di riempirsi.
In breve, il RAID (Reduntant Array of Inexpensive Disks), ĆØ una tecnologia che prevede il collegamento di piĆ¹ hard disk in parallelo, che permette di aumentare la velocitĆ di trasferimento dei dati e di garantirne lāintegritĆ , nel caso in cui uno degli HDD dovesse smettere di funzionare.
Le diverse configurazioni RAID che ĆØ possibile ottenere sono: RAID 0, RAID 1, RAID 5 e RAID 10.
Per maggiori informazioni sulla tecnologia RAID ti consiglio questa lettura.
Rispetto ai classici HDD ĆØ indispensabile utilizzarne uno che sia stato progettato per operare senza sosta e che si faccia apprezzare nel quotidiano.
Un HDD progettato appositamente per i NAS ĆØ il Seagate IronWolf, che rispetto ad altri marchi, in base a diverse recensioni sembrerebbe essere piĆ¹ robusto e longevo, risultando quindi la scelta giusta per dei NAS che richiedono prestazioni elevate e possibilitĆ di espansione.
Queste unitĆ disco forniscono una cache fino a 256MB, offrendo un’ottima capacitĆ di memorizzazione e prestazioni elevate, oltre ad un livello di usura inferiore e rumore acustico pressochĆ© nullo. Il tutto con un ottimo rapporto qualitĆ -prezzo in diversi formati.
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Attenzione ai dischi usati
Cercare di acquistare dei supporti di memoria usati (HDD o SSD che siano) in alcuni casi potrebbe essere una buona idea, ma soltanto nel caso in cui si riescano a trovare ad un ottimo prezzo e se si ha la possibilitĆ di testarli con degli strumenti opportuni.
Questo perchĆ© prima di tutto sull’usato non si ha alcun periodo di garanzia ed inoltre perchĆ© moltissime persone per del tempo si sono dedicate a farmare delle cryptovalute dette proof of space-time (es. CHIA), che in sintesi, non servono ad altro che danneggiare in pochissimo tempo i supporti di memoria utilizzati.
Convertitore SATA USB
Se hai scelto di continuare ad assemblare il tuo NAS con un Raspberry Pi 4, avrai bisogno di un convertitore SATA/USB per collegare i supporti di memoria.
Che tu abbia optato per il formato da 3,5ā o 2,5ā, non importa: con questo convertitore potrai utilizzare entrambi i formati ed alimentarli correttamente dato che ĆØ possibile collegare un alimentatore esterno da 12V per alimentare gli HDD da 3,5ā.
Ne servirĆ uno per ogni HDD e SSD che si decide di utilizzare.
Si tratta di un convertitore con USB 3.0, con il quale i trasferimenti dei dati avvengono velocemente: esattamente fino a a 5 Gbp / s grazie al supporto UASP.
Box Raspberry Pi NAS
Prevedere un apposito alloggiamento per tutti i componenti del NAS realizzato con una scheda Raspberry Pi, ĆØ indispensabile. Meglio non rischiare che qualche cavo si scolleghi o che il gatto ci passeggi sopra.
Naturalmente si potrebbero acquistare dei prodotti semilavorati adatti allo scopo, come degli alloggiamenti a scorrimento per i supporti di memoria, ma non sono propriamente economici, il che potrebbe far pensare ad altre soluzioni.
Unāidea potrebbe essere quella di riciclare e adattare il box di qualche vecchio dispositivo, oppure se si ha una stampante 3D quella di stampare il proprio case personalizzato fatto su misura.
Per questāultima possibilitĆ , ecco alcune idee da cui prendere spunto.
Software
Esistono diversi software per la gestione di un NAS server, alcuni dei quali sono piĆ¹ o meno completi rispetto ad altri.
Uno tra i piĆ¹ diffusi, completi e facili da usare ĆØ OpenMediaVault (OMV).
Si tratta di un software open source interamente gestibile da unāunica interfaccia web, attraverso la quale ĆØ possibile configurare ogni singolo componente ed aggiungere i plugin dei quali si ha bisogno.
Installazione OMV su Raspberry Pi 4
Per installare e configurare OMV sul Raspberry Pi 4, basta seguire pochi e semplici passaggi che permetteranno di realizzare un server NAS funzionante ed altamente personalizzato.
Prima di tutto, se non ĆØ ancora stato fatto, ĆØ indispensabile installare il sistema operativo (Raspberry Pi OS va benissimo) su una scheda micro SD oppure su un SSD, cosa che consiglio vivamente di fare per rendere il proprio Raspberry Pi velocissimo e molto fluido.
Inoltre consiglio di eseguire un leggero overclock del processore e l’utilizzo di un sistema di raffreddamento, dato che giĆ di base il Raspberry Pi 4 tende a riscaldare parecchio. Personalmente consiglio il GeeekPi Ice Tower con ventola incorporata, che funziona benissimo e non costa molto.
Naturalmente il Raspberry Pi deve essere stato collegato in rete, meglio se tramite rete cablata per una maggiore stabilitĆ e velocitĆ di connessione.
Iniziamo!
Aggiornamento OS:
sudo apt update
sudo apt upgrade -y
Riavvio del sistema:
sudo reboot
Installazione di OMV:
wget -O – https://raw.githubusercontent.com/OpenMediaVault-Plugin-Developers/installScript/master/install | sudo bash
Una volta completata la fase di installazione, bisogna riavviare il sistema.
Una volta riavviato, si potrĆ accedere direttamente alla web GUI tramite un web browser collegandosi allāindirizzo IP del Raspberry Pi.
In seguito sarĆ possibile assegnare un indirizzo IP statico, in modo tale da sapere sempre a quale indirizzo raggiungere il nostro NAS DIY.
Per conoscere lāindirizzo IP assegnato al Raspberry Pi, da terminale digitare il comando:
hostname -I
Configurazione di OMV
Dopo aver aperto lāinterfaccia utente, per accedere al sistema bisogna inserire i dati di accesso predefiniti: [user] = admin e [password] = openmediavault.
Cambiare i dati di accesso
Una volta eseguito il primo accesso, prima di tutto ĆØ indispensabile cambiare i dati di accesso, recandosi semplicemente nella sezione Impostazioni => cambia Password, digitare i nuovi dati di accesso e salvare le modifiche.
Gestione disconnessione automatica
Per evitare di dover rieseguire lāaccesso molto spesso, specialmente durante la fase di configurazione, lāideale ĆØ disabilitare la disconnessione automatica o aumentare il tempo prima della disconnessione.
Per farlo bisogna navigare fino alla sezione Sistema => Workbench.
Assegnare un indirizzo IP statico
Per impostare un indirizzo IP statico tramite la stessa interfaccia, si deve:
- Visitare la sezione Rete => Interfacce.
- Selezionare la modalitĆ di collegamento alla rete internet (eth0 se la connessione ĆØ cablata oppure wlan0 se il dispositivo ĆØ collegato tramite Wi-Fi).
- Cliccare sull’interfaccia di rete che si sta utilizzando per selezionarla ed una volta apertasi la finestra di configurazione, procedere come segue.
- Nella sezione IPV4 impostate IP come statico.
- Nella voce indirizzo digitare lāindirizzo IP attuale del Raspberry Pi.
- In NetMask digitare lāIP della maschera di rete (in genere 255.255.255.0)
- In GateWay inserire lāindirizzo IP del proprio router.
- Salvare ed in seguito applicare le modifiche tramite gli appositi pulsanti.
Gestione dei supporti di memoria
Una volta collegati al Raspberry Pi i propri supporti di memoria tramite gli appositi convertitori SATA/USB, possiamo visualizzarli e gestirli tramite lāapposita sezione Dischi della web GUI.
In questa sezione vengono mostrati tutti i dispositivi di archiviazione riconosciuti dal sistema, compresa la micro SD se ĆØ presente nellāapposito slot ed ĆØ possibile gestirli.
Le informazioni ricavabili direttamente dalla tabella generata in questa pagina sono: indirizzo del dispositivo (es. /dev/sda1), etichetta (es. HDD1), tipo di filesystem, spazio totale, spazio disponibile, spazio utilizzato, montato, citato, stato.
Per utilizzare con OpenMediaVault uno dei supporti di memoria collegati al Raspberry Pi, prima di tutto bisogna selezionarlo dalla tabella ed in seguito cliccare sul tastoĀ Ripristina Dati di FabbricaĀ e confermare lāoperazione con metodo rapido per formattarlo.
Questa operazione richiederĆ del tempo, quindi meglio non stare a fissare lo schermo e dedicarsi ad altro.
Una volta terminato questo primo passaggio, si puĆ² passare allāottimizzazione della configurazione del disco, facendo doppio click sul disco formattato e modificare alcune opzioni, tra le quali:
- Gestione Avanzata dei Consumi:Ā Impostare il consumo di Energia Minimo in Stand by (opzione 1).
- Gestione Automatica della RumorositĆ :Ā impostare lāopzione suĀ Prestazioni Minime, Rumore Minimo se si vuole abbassare il rumore prodotto dagli HDD.
- Impostare ilĀ Tempo di ArrestoĀ aĀ 30 MinutiĀ per aumentare la durata del vostro Hard Disk.
- Abilitare la cache di scrittura.
Per confermare le modifiche appena effettuate, basta cliccare su SalvaĀ ed in seguito sul pulsante Applica.Ā
Per la segnalazione di eventuali anomalie che possono verificarsi negli HDD, si puĆ² attivare lāimpostazione S.M.A.R.T.Ā nella sezioneĀ StorageĀ =>Ā Smart.
Creazione File System e mount
Adesso non resta che creare il file system andando nella sezione Storage => File System.
Per farlo basta cliccare sul tasto crea, selezionare il disco per il quale si intende eseguire lāoperazione impostare unāetichetta di riconoscimento, salvare ed applicare le modifiche tramite lāapposito tasto.
Appena comparirĆ il messaggio di conferma della conclusione dellāoperazione, per montare il disco basterĆ semplicemente cliccare sul supporto di memoria sul quale abbiamo effettuato le operazioni, cliccare sul tastoĀ MountĀ ed in seguito applicare come al solito le modifiche.
Creazione di un utente per lāaccesso ai File + Abilitazione Servizi
Sempre attraverso la web GUI di OpenMediaVault, ĆØ possibile aggiungere dei nuovi utenti.
Per eseguire questa operazione, basta seguire i passaggi seguenti:
- Tramite menĆ¹ recarsi nella sezioneĀ Gestione PermessiĀ di AccessoĀ => Utente.
- Cliccare sul tastoĀ +AggiungiĀ ed una volta che si sarĆ aperta la finestra dedita allo scopo, basta assegnare un nuovo nome utente ed una password, oltre ad alcuni dati non indispensabili.
- Spostarsi nella sezioneĀ GruppiĀ eĀ spuntare il checkbox NomeĀ per selezionare tutti i Gruppi appartenenti allāutente che si sta creando.
- Salvare ed applicare le modifiche.
Creazione di una cartella condivisa
- Tramite menĆ¹ recarsi nella sezioneĀ Gestione PermessiĀ di AccessoĀ => Cartelle condivise.
- Cliccare sul pulsante +Aggiungi.
- Scegliere un nome per la nuova cartella.
- Selezionare la partizione che si intende utilizzare, (piĆ¹ banalmente: su quale partizione di quale supporto di memoria).
- Salvare ed applicare le modifiche.
Gestione permessi della cartella condivisa
Per accedere alle cartelle condivise create, bisogna fare l’accesso utilizzando un utente e la relativa password.
Si puĆ² decidere cosa puĆ² fare o meno un utente, impostando i permessi di lettura e scrittura di una determinata cartella, cliccando sulla stessa per selezionarla ed in seguito cliccare sul pulsante ACL.
Abilitazione SMB/CIFS
L’uso principale di Samba, in ambito multi sistema o di rete, ĆØ quello di far interagire Windows con altri sistemi operativi non Microsoft, fornendo cosƬ una piattaforma comune per l’impiego condiviso di risorse (server, client, gruppi, utenti, dischi, cartelle, stampanti e altri dispositivi hardware, ecc).
Wikipedia.org
Per abilitare i servizi, si deve:
- Tramite menĆ¹ recarsi nella sezioneĀ Servizi =>SMB/CIFS
- Cliccare sul pulsante abilita
- Salvare le modifiche
Le cartelle condivise che sono state create, non verranno condivise automaticamente attraverso i servizi appena abilitati, ma bisogna aggiungerle manualmente come segue:
- Fare clic sulla scheda Condivisioni.
- Cliccare sul pulsante Aggiungi.
- Selezionare la cartella che si vuole “abilitare” ed impostare eventuali parametri (es. cartella pubblica).
- Salvare ed applicare le modifiche.
Adesso sarĆ possibile accedere alle cartelle condivise appena create, da qualsiasi dispositivo collegato alla stessa rete del proprio NAS fai da te con Raspberry Pi 4.
Accesso remoto da altre reti
Nel caso in cui si dovesse avere la necessitĆ di potere accedere ai dati del proprio NAS, anche quando non si ĆØ collegati alla stessa rete, bisogna con molta cautela eseguire una configurazione che permette di farlo.
Vedremo la procedura completa, con un occhio di riguardo verso la sicurezza, nel prossimo articolo di gestione della rete.
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